Un brindisi in tv: whisky blended

Oggi, per la serie #unbrindisiintv, buttiamo un occhio agli spot dell'oro liquido scozzese nella sua variante blended. Andremo a rivedere tre pubblicità di altrettanti marchi che sono stati degni protagonisti dei decenni passati.

Il primo spot di oggi è datato 1999 ed è firmato Ballantine's.
Le scene mostrano momenti di gioia e di libertà da godersi in compagnia di un buon whisky, che infatti campeggia con la figura della bottiglia di Ballantine's accanto ad ogni immagine ripresa (un uomo alato sulla vetta di una montagna, l'esultanza per un gol della squadra del cuore, un momento di intimità e persino la pioggia battente). La pubblicità si conclude con l'immagine della bottiglia in primo piano che viene stappata emanando una luce dorata e lo slogan It's what's inside that counts recitato anche da una profondissima voce maschile fuori campo. A fare da colonna sonora un brano che non ha certo bisogno di presentazioni: la celeberrima Innuendo dei Queen.

Il secondo spot è del 1984 e pubblicizza il J&B. Si tratta di un vero e proprio tripudio di sensazioni tipicamente Anni '80.
La scena si apre con l'iconico tappo rosso di J&B in primo piano contornato da una strana nebbia. Ad un tratto da dietro il tappo (che scopriamo essere in formato gigante) vien fuori una donna in abito rosso e nero e la scena prosegue tra immagini di lei e del tappo prima che venga mostrata la bottiglia afferrata da una mano - presumibilmente della donna, dato lo smalto rosso - ma versato da un uomo in abito scuro. I due sorseggiano il whisky e cedono il passo ad un'ultima sensualissima immagine della donna accanto al tappo.
In sottofondo un brano creato appositamente per la pubblicità che inizia coi tratti di una classica ballad dell'epoca al ritmo di When I drink J&B e poi si trasforma in un più corposo sound rock con tanto di chitarra elettrica e una voce maschile fuori campo che recita lo slogan J&B scotch whisky. Sempre più svitato e più amato.

Il terzo spot lo commentiamo con un filo di emozione e ancora più nostalgia dei precedenti: si tratta del famosissimo carosello del Vat 69 presente in Febbre da Cavallo, il capolavoro della comicità del 1976 diretto da Steno. All'interno della pellicola figurano personaggi e ruoli che hanno segnato un'epoca, primo fra tutti Gigi Proietti (qui accreditato come Luigi Proietti) nei panni di Mandrake, al secolo Bruno Fioretti, autore delle celebri mandrakate con l'obiettivo di guadagnare qualche migliaio di lire da scommettere sui cavalli insieme al fidato amico Armando Pellicci (er Pomata) interpretato da un altro grande, Enrico Montesano. Insieme a loro, il compagno di mandrakate Felice interpretato da Francesco De Rosa, Gabriella, la fidanzata di Mandrake interpretata da Catherine Spaak e il giudice, interpretato da Adolfo Celi (mi piace ricordarlo, da messinese, anche nei panni di Emilio Largo, il villain di Thunderball (Operazione Tuono), quarto capitolo della saga dell'Agente 007, qui interpretato da Sean Connery, al quale rivolgiamo un sentito ricordo).
Tornando al Carosello. Qui Mandrake cerca di guadagnare 100.000 lire facendo da attore per lo spot dai toni surreali e nonsense del Vat 69 nei panni di un vigile e con la missione - davvero impossibile - di pronunciare lo slogan Il whisky maschio senza rischio e non un fischio maschio senza raschio o altri...
Non riuscendo a recitare lo slogan e più volte ripreso dal regista (Fernando Cerulli), Mandrake sfrutta comunque la divisa che indossa per portare a termine un'altra sola con una sublime prova attoriale (è uno di quei casi in cui guardare la scena è più facile che spiegare).
E questo è il nostro modo di rivolgere un pensiero al recentemente scomparso Gigi Proietti, uno degli ultimi veri attori, Maestro del palcoscenico e mirabile artista a tutto campo.

Termina qui anche questo episodio di Un brindisi in tv. Appuntamento al prossimo.

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