French 75: il brunch è servito
Il French 75 è un cocktail a base di gin, succo di limone e champagne con due gocce di sciroppo di zucchero semplice. Si tratta di un drink inserito nella lista IBA, famosissimo nell'ambito dei brunch e con circa 80 anni di vita. Vediamo, a tal proposito, un po' di cenni storici.
I primi antesignani presentavano alcune differenze nelle preparazioni: il 75 di Harry McElhone, datato 1922, vedeva l'utilizzo di Calvados, gin, granatina e assenzio; un drink simile di Robert Vermeire, invece, aggiungeva alla ricetta di McElhone del succo di limone. Tuttavia il vero e proprio French 75 appare per la prima volta con questo nome (preso in prestito dal cannone 75 mm Modèle 1897, in forza appunto all'artiglieria francese) e con la stessa ricetta per merito di Judge Jr. nel 1927. Nel 1930 il Savoy Cocktail Book ripubblica la ricetta facendole guadagnare un rapido e incessante successo: basti pesare che il French 75 appare, nel 1942, anche in un capolavoro del cinema del calibro di Casablanca, la celeberrima pellicola di Michael Curtiz con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. Continuarono ad esserci anche ricette derivate, come una variante con cognac al posto del gin firmata David A. Embury risalente al 1948.
Passiamo alle tasting notes.
Il French 75 si presenta di un delicato color platino con sfumature dorate.
Gli aromi sono fruttati e speziati al tempo stesso, grazie alle componenti floreali del vino e alle botaniche del gin.
Al palato è piacevolmente secco ma con un dolce di fondo tutt'altro che stucchevole, con sentori iniziali di spezie vigorose che cedono il passo a note di limone, pesca bianca e fiori freschi.
Molto più in generale si può dire che i discriminanti sono senza dubbio gli ingredienti: per il mio French 75 io ho usato un Turà extra dry (non tutti abbiamo in casa lo champagne), senza dubbio un prodotto di qualità che oltre ad essere italiano, contribuisce a creare un risultato comunque degno di nota, utilissimo da spendere nell'ambito di un brunch casalingo.
Per concludere, a proposito di brunch: il French 75 si inserisce in quel filone che comprende anche Bloody Mary e Mimosa. Sono tutti cocktail che proprio grazie alla tradizione del brunch guadagnano popolarità e varietà di consumo: c'è solo da trovare il proprio preferito.
Unitamente al French 75 mi sento di consigliare anche i celeberrimi Tom Collins e Gin Fizz, in un certo senso imparentati con il nostro protagonista di oggi (sostituiscono entrambi la soda allo champagne, variando un po' le altre materie prime), sempre dei classici di grande impatto con uno stile raffinato e a tratti retrò.
Vai alla > ricetta.
I primi antesignani presentavano alcune differenze nelle preparazioni: il 75 di Harry McElhone, datato 1922, vedeva l'utilizzo di Calvados, gin, granatina e assenzio; un drink simile di Robert Vermeire, invece, aggiungeva alla ricetta di McElhone del succo di limone. Tuttavia il vero e proprio French 75 appare per la prima volta con questo nome (preso in prestito dal cannone 75 mm Modèle 1897, in forza appunto all'artiglieria francese) e con la stessa ricetta per merito di Judge Jr. nel 1927. Nel 1930 il Savoy Cocktail Book ripubblica la ricetta facendole guadagnare un rapido e incessante successo: basti pesare che il French 75 appare, nel 1942, anche in un capolavoro del cinema del calibro di Casablanca, la celeberrima pellicola di Michael Curtiz con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. Continuarono ad esserci anche ricette derivate, come una variante con cognac al posto del gin firmata David A. Embury risalente al 1948.
Passiamo alle tasting notes.
Il French 75 si presenta di un delicato color platino con sfumature dorate.
Gli aromi sono fruttati e speziati al tempo stesso, grazie alle componenti floreali del vino e alle botaniche del gin.
Al palato è piacevolmente secco ma con un dolce di fondo tutt'altro che stucchevole, con sentori iniziali di spezie vigorose che cedono il passo a note di limone, pesca bianca e fiori freschi.
Molto più in generale si può dire che i discriminanti sono senza dubbio gli ingredienti: per il mio French 75 io ho usato un Turà extra dry (non tutti abbiamo in casa lo champagne), senza dubbio un prodotto di qualità che oltre ad essere italiano, contribuisce a creare un risultato comunque degno di nota, utilissimo da spendere nell'ambito di un brunch casalingo.
Per concludere, a proposito di brunch: il French 75 si inserisce in quel filone che comprende anche Bloody Mary e Mimosa. Sono tutti cocktail che proprio grazie alla tradizione del brunch guadagnano popolarità e varietà di consumo: c'è solo da trovare il proprio preferito.
Unitamente al French 75 mi sento di consigliare anche i celeberrimi Tom Collins e Gin Fizz, in un certo senso imparentati con il nostro protagonista di oggi (sostituiscono entrambi la soda allo champagne, variando un po' le altre materie prime), sempre dei classici di grande impatto con uno stile raffinato e a tratti retrò.
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